sabato 23 aprile 2011

Un omicidio la notte del Venerdì Santo

Brisley correva veloce lungo la stradina dietro casa sua, i tacchi nero lucido che sbattevano contro l'asfalto scuro rischiando di romperle una caviglia. Ma a lei non importava. Non aveva tempo per prestare attenzione alle scarpe. Era in ritardo, ritardissimo. L'appuntamento era stato fissato per le 8.30 e mancavano meno di sei secondi. Aveva perso un'ora buona per rendere i suoi roccioli biondi abbastanza presentabili e dopo si era dovuta infilare l'aderentissimo vestito di seta in meno di un quarto d'ora. Poi era corsa per strada.
Ansimava già per lo sforzo e le caviglie sottili tremavano nel tentativo di mantenere l'equilibrio. Si fermò. No, non ci voleva. In quel preciso istante la processione dei misteri tipica, lì dove abitava, la notte del Venerdì Santo, aveva svoltato nella stradina sotto casa sua. Si era completamente dimenticata che era Venerdì Santo, era troppo presa dalla festa a cui era stata invitata. Finalmente era entrata nel giro giusto e quello era una specia di rito di passaggio. Non poteva mancare, o arrivare in ritardo. Ma era già in ritardo e la processione rischiava di tardarla più di quanto le era concesso.
La prima statua maestosa e imponente le passò accanto. Cominciò a correre nel verso opposto in cui la folla di fedeli la spingeva. Ce la poteva fare, ce la doveva fare. Quella era la sua unica possibilità, altrimenti CIAO. Mollava spintoni e gomitate a tutti quelli che le bloccavano il passaggio. Si fermò un attimo a recuperare fiato, le mani sulle ginocchia.
Alzò un attimo lo sguardo ancora ansimando e vide passare la statua di Gesù crocifisso. Osservò attentamente il viso scolpito nella pietra, nel cigolio delle assi di legno su cui era posata. E a un tratto, le parve che gli occhi rubino della statua la guardassero, la giudicassero, la squadrassero.

La processione svoltò l'angolo e proseguì col suo procedere lento e misurato. Una giovane ragazza giaceva sull'asfalto come sopita, i lunghi boccoli d'oro scomposti sul capo. Gli stivaletti neri dal tacco alto e lucido erano slacciati e le caviglie erano attraversate da una linea rosso sangue. Il vestito era strappato sul petto squarciato da un taglio sanguinante.
Brisley non si presentò alla festa e non l'ammisero nell'elite.

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